Stabilisce che un perito non possa indicare nella propria perizia la tendenza di un imputato a delinquere né possa stabilire carattere e personalità. Per quanto l’articolo del codice porti con sé limitazioni di carattere oggettivo e venga superato di fatto nella fase di indagine, così come già si auspicava e si chiedeva nei convegni di criminologia forense a partire dal lontano 1942, è altrettanto vero che si parla si codice di procedura penale e che in civile non vi siano limitazioni di tal portata.

Ulteriore limitazione fissata in termini di regola è quella dettata dall’Art. 222 che stabilisce che non possa assumere l’incarico di perito colui il quale sia stato nominato consulente tecnico nello stesso procedimento o in un procedimento connesso a pena di nullità della perizia.

Delle indagini del consulente si forma processo verbale quando queste sono compiute con l’intervento del giudice istruttore, ma questi può anche disporre che il consulente rediga relazione scritta. Tale relazione DEVE essere trasmessa dal consulente di ufficio alle parti costituite nel termine stabilito dal giudice con ordinanza resa all’udienza. Mentre le parti, sempre nei termini dettati dal giudice, devono inviare al ctu proprie osservazioni tecniche che devono essere valutate sinteticamente dal ctu nella relazione finale. In ambito civile l’Art. sopra citato assume valenza procedurale assoluta.